Nuovo canneto a Melide
Nell’ambito delle sue attività per l’anno 2007, l’Associazione ha sviluppato un progetto ambizioso, che poi – grazie a molto impegno ed a notevoli aiuti finanziari esterni – ha potuto vedere la luce. Partendo dalla constatazione che le rive del Lago di Lugano sono particolarmente sfruttate per le attività umane e pertanto sfavorevoli alla colonizzazione da parte di specie vegetali ed animali, l’associazione ha deciso di farsi promotrice di un intervento di rinaturalizzazione di una riva lacustre con un nucleo di canneto.
Il canneto lacustre (Phragmites australis) svolge delle funzioni di estrema importanza per l’equilibrio del lago e la perdita che vi è stata a causa della cementificazione delle rive ha certamente impoverito l’ecosistema lacustre. I canneti – oltre ad arricchire la componente paesaggistica – svolgono infatti sia funzione di depurazione naturale delle acque (assorbendo nutrienti atrofizzanti e metalli pesanti, nonché abbattendo la concentrazione di batteri fecali) che di siti di riproduzione e di rifugio per pesci ed uccelli lacustri. Pure di grande importanza è la funzione di protezione delle rive dal moto ondoso: i canneti assorbono e dissipano la forza delle onde prima che giungano a riva e ne garantiscono pertanto la stabilità a lungo termine.
Sulla base di uno studio realizzato nel corso del 1999 dai biologi Luca Paltrinieri e Lucia Pollini Paltrinieri, commissionato dall’Ufficio della natura e del paesaggio, dalla Federazione ticinese per l’acquicoltura e la pesca e da numerose Società di pesca attive sul Ceresio, è stato possibile individuare un tratto di riva lacustre particolarmente adatto all’implementazione di un nucleo di canna palustre. L’ASFOPUCE ha voluto favorire il bacino nord del Lago di Lugano, poiché praticamente privo di rive colonizzate da canneti ed ha pertanto scelto – con la consulenza degli autori dello studio – la località di Falciö, in territorio di Melide per realizzare circa 40 ml di canneto.
Prima dell’inizio dell’intervento di implementazione dei rizomi di canneto è stato indispensabile sfoltire la riva dalla vegetazione preesistente al fine di garantire la necessaria insolazione alla crescita delle canne palustri. In seguito anche i primi metri del fondo lacustre sono stati bonificati da pietre e massi di dimensioni troppo estese, che avrebbero potuto nuocere all’espansione del nucleo di canneto verso il lago. L’intervento vero e proprio è poi stato effettuato posando direttamente a lago un tappeto di intrecci di rizomi di canneti e di piantine, riposti su di una serie di fagotti di materiali terrosi e stuoie di cocco. È stata data particolare importanza alla scelta dell’ecotipo usato per questo intervento, facendo prelevare dei rizomi di canneto del Lago di Lugano al fine di ripiantare esattamente il medesimo ecotipo locale e non inquinare geneticamente la zona con una specie eteroctona. A seguito dell’intervento è poi stato necessario realizzare dei ripari frangiflutti per evitare che il moto ondoso sradicasse le ancor giovani piantine.
L’intervento è ora in fase di monitoraggio e nel corso della primavera si dovrebbero veder spuntare le prime piantine di canna palustre. Questi germogli dovrebbero dar vita così ad una nuova colonia, che nelle nostre speranze dovrebbe potersi espandere naturalmente e colonizzare ulteriore terreno circostante. I risultati si vedranno dopo una o due stagioni vegetative, quando a seguito della stabilizzazione del sistema si potrà verificare se il nucleo di canneto abbia attecchito correttamente. I precedenti interventi realizzati nel recente passato sempre sul Ceresio hanno dato dei risultati molto soddisfacenti e l’ottimismo per la buona riuscita di questo progetto deve pertanto regnare. Unica incognita, che tuttavia si è affrontata con la realizzazione dei ripari frangiflutti a lago, è quella del forte moto ondoso dovuto alla posizione di apertura che il sito prescelto implica.
In questa sede vadano i ringraziamenti della direzione dell’Associazione Fondali Puliti del Ceresio al Cantone Ticino (Ufficio Natura e Paesaggio e Gruppo per il recupero degli ecosistemi acquatici compromessi), alla Confederazione svizzera (Ufficio federale dell’ambiente) ed all’Associazione Pro Natura per l’importante sostegno finanziario, nonché ai biologi Luca Paltrinieri e Lucia Pollini Paltrinieri per la consulenza e la direzione lavori ed alla ditta De Stefani di Aranno per l’impegno nella realizzazione concreta.